Con la sentenza del 9 febbraio 2023, n. 5675 la I Sezione della Corte di Cassazione penale è intervenuta sulla legittimità del rito in absentia e sulle condizioni per ritenere valida la vocatio in iudicium da parte del giudice, tenuto a valutare la regolare conoscenza del processo da parte dell’imputato, pur dinnanzi alla peculiarità di casi – come quello deciso – in cui le ricerche dell’imputato all’estero sono rimesse alle autorità straniere e alla loro fattiva collaborazione nel dar seguito alle richieste italiane.