Con l’ordinanza n. 4945/2025, la Cassazione civile ha cassato con rinvio per la rivalutazione della gravità delle condotte accertate una pronuncia della Corte d’appello di Roma che accertava l’illegittimità del recesso per giusta causa di un dipendente di un Istituto bancario, reo di aver effettuato oltre 70 accessi a dati personali di clienti della Banca senza autorizzazione e senza ragioni di carattere lavorativo.