La Corte di Cassazione penale, Sez. VI, con la sentenza 15 maggio 2023, n. 20624 ribadisce il principio di diritto secondo il quale la sussistenza della volontà di punizione da parte della persona offesa, non richiede formule particolari, può essere riconosciuta dal giudice anche in atti che non contengono la sua esplicita manifestazione; ne consegue che tale volontà può essere riconosciuta anche nell’atto con il quale la persona offesa si costituisce parte civile, nonché nella persistenza di tale costituzione nei successivi gradi di giudizio.