La Corte di Cassazione, sentenza 25 novembre 2022, n. 45061, si pronuncia, con la sentenza in commento, su un tema di grande rilievo nella giurisprudenza di legittimità, afferente alla individuazione dei quantitativi massimi di sostanze stupefacenti in presenza dei quali può essere riconosciuta la c.d. ipotesi lieve, disciplinata dall’art. 73, comma 5, d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 (c.d. Testo Unico sugli Stupefacenti). La Cassazione, in particolare, in una fattispecie nella quale i giudici di merito avevano negato la derubricazione del reato di cui all’art. 73, comma 4, TU Stup. (detenzione a fini di spaccio di droghe leggere, nella specie hashish), ha accolto la tesi difensiva, secondo cui errata doveva ritenersi la sentenza, avendo valorizzato il dato ponderale (nella specie, gr. 100 al lordo) ed il numero di dosi medie singole ricavabili, laddove la più recente giurisprudenza ritiene che nella valutazione della tenuità del fatto ai sensi del comma 5° dell’art. 73, non può assumere, di norma, valenza esclusiva ed assorbente il dato quantitativo, né quello qualitativo con riferimento alla diversità delle sostanze oggetto di cessione.