La compressione dei diritti costituzionali di iniziativa dei creditori insoddisfatti, ottenuta mediante la conferma delle misure protettive, si comprende e giustifica solo se il richiedente a sua volta rispetta le regole del procedimento che ha introdotto. La composizione negoziata, come procedimento teso a creare un clima collaborativo e di fiducia fra debitore e creditori per propiziare tramite gli offici dell’esperto un accordo di qualche tipo, stragiudiziale, o giudiziale, in uno degli ambiti molteplici che la legge fallimentare riformata assicura ai debitori, si nutre del rispetto delle regole di buona fede e correttezza e della loro declinazione nel caso concreto. Secondo l’ordinanza del 16 giugno 2022 del Tribunale di Milano, è, quindi, preciso obbligo dell’imprenditore debitore rappresentare la propria situazione all’esperto, ai creditori ed agli altri soggetti interessati all’operazione di risanamento e ristrutturazione, in modo completo e trasparente e di gestire il patrimonio e l’impresa senza pregiudicare ingiustamente gli interessi dei creditori.